A partire dalla legge n. 107/2015, come è noto, i corsi formazione docenti non sono diventati solamente obbligatori, ma anche permanenti e strutturali. Nel pieno rispetto di questo spirito, nel 2016 il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha adottato il Piano di formazione dei docenti 2016-2019, il quale si divide in quattro differenti livelli, ovvero a livello nazionale, di ambito, di scuola e di singoli docenti.
Quali sono le caratteristiche fondamentali del Piano di formazione docenti?
Così come previsto dal Piano di formazione docenti, ogni attore ha dei compiti da rispettare: le Reti di ambito hanno per esempio il dovere di progettare degli interventi formativi in base alle priorità a carattere nazionale indicate dal Piano, nonché in base alle esigenze esposte dagli insegnanti facenti parte di quel determinato ambito. Le scuole, da parte loro, hanno il dovere di realizzare e quindi di seguire il Piano di formazione di Istituto, il quale a sua volta deve essere creato tenendo conto delle priorità nazionali e delle richieste dei docenti, il Piano di Miglioramento e il PTOF, ovvero il Piano triennale dell’offerta formativa. Si arriva infine ai docenti, i quali devono svolgere le attività formative coerenti al proprio PTOF.
Perché adottare un sistema per lo sviluppo professionale?
Così come spiegato dal MIUR, l’obiettivo principale del Piano di formazione dei docenti è quello di «armonizzare le azioni formative che il singolo docente realizza individualmente nella propria comunità professionale e di ricerca, e nella comunità scolastica, unitamente ai piani formativi delle singole istituzioni scolastiche e con il contributo dei piani nazionali».
Sistemi del tutto simili sono stati adottati da tempo nei più diversi sistemi educativi a livello internazionale. In primo luogo, grazie a questo apparato, è possibile valorizzare la professione del docente, andando a riconoscere e certificare l’impegno degli insegnanti, i quali, oltre a dedicare del tempo alla propria formazione, hanno anche la possibilità di aiutare la crescita dei propri colleghi.
A partire da questo sistema continuo per lo sviluppo professionale, sarà più agevole riconoscere meriti e impegni, così da rendere più razionali le assegnazioni della sede di servizio e di incarichi specifici. Non si tratta dunque unicamente di valorizzare e incentivare il patrimonio professionale dei docenti italiani, ma anche di avere uno strumento in più per riconoscerlo, documentando il progressivo e continuo affinamento delle competenze dei singoli insegnanti.
Un sistema di crescita e di sviluppo professionale
Il sistema sorretto dal Piano per la formazione dei docenti, dunque, è legato a doppio filo con le reali prospettive di carriera dei docenti. A partire dal 2016, la formazione in servizio è diventata quindi un sistema di crescita e di sviluppo professionale coerente con la formazione iniziale, che mira a costruire una più robusta credibilità sociale sia per i singoli insegnanti che per l’istituzione scolastica nel suo complesso. Questo processo continuo coinvolge tutti i docenti di ruolo del nostro Paese – ovvero circa 750.000 insegnanti in totale – ognuno dei quali ha un proprio Piano di formazione individuale che, rientrando a pieno titolo nel relativo portfolio digitale, rappresenta un elemento cruciale della sua storia formativa e professionale.